Tradurre non vuol dire soltanto passare da un codice linguistico a un altro: bisogna fare in modo che il messaggio abbia un senso ed un impatto nella cultura d'arrivo. In altre parole, il messaggio deve risultare conforme agli usi stilistici e culturali della comunità per la quale si traduce.
A ben guardare due lingue molto vicine in apparenza, come il francese e l’italiano o l’italiano e il catalano, veicolano invece un modo di sentire e di esprimere la realtà diverso. Se è vero che la gamma degli strumenti di espressione è comune, è vero pure che ogni collettività linguistica ne fa un uso differente, privilegiando certe strutture, forme ed espressioni che esprimono una sensibilità peculiare, influenzata dalla tradizione culturale o da mode più recenti. In altri termini, “la tastiera è identica: è il modo di suonarla che è diverso”1.
Struttura sintattica, scelte lessicali, trattamento delle
immagini e
dei concetti : ogni traduzione
comporta un lavoro di riformulazione
– insieme a quello di adattamento,
laddove necessario – al fine di trasporre al meglio lo “stile
collettivo” specifico della lingua di partenza in quello
della lingua
d’arrivo.
1: Scavée P. et Intravaia P. : Traité de stylistique comparée - analyse comparative de l’italien et du français, Bruxelles, Didier, 1979, p.19