El català sempre ha agraït el plaer delbon menjar. Els dinars d’aniversari, de Nadal o de Festa Major sempre han sigut l’excusa perfecte per reunir la família o la colla d’amics. I és clar, l’amfitrió, conscient que un bon pa, un bon vi, una bona taula i una bona brasa són senyal de bona casa, sempre ha volgut donar el millor de la terra. El pa amb tomàquet, l’allioli, el conill amb cargols, l’escudella o la botifarra amb mongetes passen cada any per moltes de les llars catalanes. I aquests gustos, per a nosaltres familiars, desperten la curiositat del visitant i en molts racons del món comparteixen carta amb sushis, carpaccios i confits.
Juntament amb el bon menjar, es fa imprescindible un bon vi o un bon cava. Sigui del Penedès, del Priorat o de qualsevol contrada de la nostra terra, el català ha sabut escollir el vi o el cava adient per tal d’aconseguir una conjunció perfecte entre el menjar i el beure.
D’altra banda, el català sempre ha estat a l’avantguarda de la modernitat. La cuina catalana ha evolucionat la seva branca més innovadora on barreja gustos nous amb tradicionals. Els Ferran Adrià, Carme Ruscalleda o Sergi Arola han ajudat a la difusió d’aquesta nova cuina catalana, de curioses propostes com aquella barra de pa embolcallada de pernil salat, sempre ben amanida amb oli d’oliva verge de la terra.
En més d’una taula, de ben segur, que s’iniciaran projectes i illusions, s’enamoraran parelles o es trobaran nous amics. Perquè la cuina tradicional o moderna que ofereix la gastronomia catalana permetran que aquell que s’hi acosti satisfaci al voltant d’una taula quelcom més que una necessitat fisiològica.
I catalani hanno sempre apprezzato il piacere della buonatavola. I pranzi e le cene organizzati per festeggiare un compleanno, il Natale o la festa patronale hanno sempre costituito il pretesto perfetto per riunire la famiglia o gli amici. Ovviamente l’anfitrione consapevole, come recita un proverbio catalano, che un bon pa, un bon vi, una bona taula i una bona brasa són senyal de bona casa (un buon pane, un buon vino, una buona tavola e una buona brace sono indice di una buona casa), tiene sempre a offrire ai suoi ospiti le migliori ricette della sua terra. L’immancabile pane con il pomodoro, l’aioli, il coniglio con le lumache, l’escudella (stufato tipico di pollo e polpette) o il sanguinaccio (botifarra) con i fagioli la fanno ogni anno da padrone sulle tavole catalane. E questi sapori, così familiari per noi, destano la curiosità dei turisti e in diverse parti del mondo occupano un posto speciale nei menù, accanto a sushi, carpacci e confit.
Il buon cibo è indissolubilmente legato all’accompagnamento di un buon vino o un buon cava, il nostro spumante tipico. I catalani sanno sempre scegliere i vini o i cava più adatti, che provengano dal Penedès, dal Priorat o da qualsiasi altra regione della nostra terra, per creare l’unione perfetta tra il bere e il mangiare.
Del resto, i catalani si sono sempre distinti per la loro modernità e il loro avanguardismo. Il ramo più innovativo della cucina catalana vede l’armoniosa fusione tra nuovi sapori e sapori tradizionali. Ferran Adrià, Carme Ruscalleda o Sergi Arola, solo per citare alcuni dei maggiori chef della Catalogna, hanno contribuito alla diffusione di questa nuova cucina della loro terra con curiose proposte: come dimenticare, ad esempio, il filone di pane avvolto da fette di prosciutto salato, sempre ottimamente condito con olio extravergine locale?
È risaputo, è a tavola che nascono spesso progetti e sogni, nuovi amori o solide amicizie. La gastronomia catalana non viene mai meno a questo dovere-piacere: tradizionale o moderna, offre sempre al commensale la possibilità di soddisfare molto più del semplice appetito.